In questi giorni, il direttore della Caritas di Casale Monferrato, don Marco Calvo, ha diffuso una lettera che non può e non deve lasciarci indifferenti. Una supplica che obbliga cittadini e istituzioni a fermarsi e riflettere.
Il primo passo, elaborato da chi quotidianamente vive sul campo i drammi degli “ultimi”, lascia impietriti: “Nessuno al buio. Lo sai che per chi deve scegliere cosa c’è da tagliare tra gas e luce è meglio scegliere di stare senza gas? Senza luce non va neanche la caldaia. Ecco la scelta che si trovano a dover fare famiglie del nostro territorio.”
Viviamo un periodo nel quale l’inflazione è al 12%, un freddo numero che si traduce nella drastica diminuzione del nostro potere di acquisto con i prezzi che sono aumentati rispetto a mesi fa, mentre gli stipendi restano immutati.
Lo stiamo riscontrando tutte e tutti, a partire dalle spese di prima necessità quali generi alimentari, abbigliamento e, soprattutto, energia.
Nell’energia rientrano appunto la corrente elettrica, il gas e il carburante del quale necessitiamo per recarci sul posto di lavoro. Spese vive e fisse delle quali non possiamo fare a meno.
E la Manovra Finanziaria 2023 non ci consegna al momento azioni capaci di andare a colmare questo distacco.
La lettera di don Marco Calvo attiva un ragionamento che sta alla base di chi opera nell’assistenza ai soggetti più fragili e che deve sollecitare chi fa parte di organizzazioni politiche e ha ruoli istituzionali.
È il dilemma tra solidarietà, sempre opportuna ed eticamente necessaria non per appagamento personale ma per la promozione dell’attenzione dedicata a chi resta indietro, e le ragioni che ci fanno ancora credere l’importanza dell’impegno politico per modificare le condizioni che conducono sempre più persone, nuclei, aree sociali in situazione di disagio.
Questi temi devono essere la priorità nell’agenda politica di tutte le istituzioni, locali e nazionali.
09/12/2022
Gabriele Farello
Commenta per primo