Il “caso Orban” é scoppiato, drammaticamente, nel Partito Popolare europeo e nel suo gruppo parlamentare. Non sappiamo quali conseguenze produrrà. Vedremo.
Capita mentre sono alle prese con la stesura di un testo sul mio rapporto “sentimentale ” e politico con l’Ungheria, a partire dal 1970/71 anno del matrimonio con Ilona, una bella compagna magiara. In questo mezzo secolo, da dirigente e deputato del Pci, ho avuto la ventura d’incontrare alcuni esponenti politici e di governo del vecchio regime e del nuovo.
Nulla di rilevante. Solo rari e chiari contatti, proseguiti anche dopo il 1990, con taluni compagni del Partito socialista (ex Posu) e con alcuni di centro- destra.
Incontrai perfino Viktor Orban una prima volta, (nel marzo del 1999) nella piazza del Parlamento di Budapest in occasione della visita di Massimo D’Alema, presidente del Consiglio, venuto a Budapest per sancire l’ingresso dell’Ungheria nella Nato. Ero sulla piazza poiché appena uscito dall’ufficio del Presidente della Repubblica d’Ungheria, Arpad Gonz che mi aveva ricevuto, restai bloccato nel recinto di sicurezza, dove mi trovai davanti D’Alema e il suo omologo ungherese.
Rividi Orban l’anno successivo, il 23 settembre 2000, perché fui inserito (sic) nella delegazione (ungherese), guidata da Arpad Gonz e da Victor Orban, ricevuta in Vaticano dal Papa Giovanni Paolo II, in occasione del Millennio della fondazione dello Stato ungherese.
Queste persone sapevano che ero rimasto comunista (anche senza il PCI), eppure non disdegnavano il mio contatto per iniziative a carattere politico e culturale. Sempre nel 1999 partecipai, d’intesa con i Ministeri degli esteri (italiano e ungherese) e le rispettive ambasciate, all’organizzazione del viaggio in Sicilia del presidente Gonz Arpad.
Loro, invece, si erano riciclati e riproposti alla guida di enti importanti e del governo. La conferma si ha osservando gli esiti delle otto elezioni politiche generali (1990-2018). Tranne Antal che vinse, con il Forum democratico, la prima elezione del 1990, gli altri vincitori ( e premier) furono tre del Partito socialista e quattro del Fidesz (e alleati) di Viktor Orban che nelle ultime del 2018 ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Ho usato il termine “riciclati” perchè detta mutazione ha riguardato i socialisti e anche il loro esecrabile avversario Victor Orban il quale fu esponente del movimento giovanile comunista universitario. Fino a quando non l’adocchiò Gyorgy Soros, suo connazionale e magnate della finanza internazionale (oggi suo acerrimo nemico), e il suo corso politico prese ben altra piega… Come vediamo. E qui mi fermo, sperando di riprendere il discorso, al più presto, sulla base di considerazioni e di documenti per contribuire a rendere più comprensibile l’attuale, complesso quadro politico ungherese. Che molto comprensibile non é. Almeno leggendo certi articoli di giornale.
di Agostino Spataro
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